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Chiesa di San Giorgio di Ragusa Ibla La Sicilia di Montalbano

La Sicilia di Montalbano
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Chiesa di San Giorgio di Ragusa Ibla

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Chiesa di San Giorgio di Ragusa Ibla

(Foto di Enrico - @ilmoro54)
La storia di una delle massime espressioni dell'architettura sacra barocca
All'indomani del terremoto, tra i morti e le rovine, Ibla piangeva il crollo del meraviglioso tempio dedicato al Santo cavaliere fatto erigere dalla potente famiglia Chiaramonte a partire dal XIV secolo. Anche se la vecchia chiesa non era crollata completamente, si decise, per onorare il Santo, di edificare la nuova chiesa in un'area al centro della città , là dove c'era San Nicola. La costruzione della nuova chiesa fu ritardata dalle contese fra i "Sangiovannari" e i "Sangiorgiari".
Dopo il terremoto i "Sangiovannari" avevano deciso di abbandonare Ibla, fondare una nuova città al Patro ed ivi costruire una nuova chiesa per il loro Patrono, San Giovanni Battista. La divisione della città fu ufficialmente chiesta al Conte Giovanni Tommaso Enriquez Cabrera che la concesse nel 1695; ma nel 1703, poichè si era ribellata a Filippo V di Borbone, il Conte fu condannato a morte e i suoi beni, compresa la Contea di Modica, furono incorporati al Regio Fisco. I nobili di Ibla colsero questa favorevole occasione e chiesero al re la revoca del decreto di divisione della città. Dopo questi avvenimenti in un primo momento, come è attestato da un documento stilato dal Notaio Francalanza il 25 marzo 1705, si tentò una conciliazione fra i due partiti: costruire una nuova chiesa al centro del paese dedicata ad ambedue i Santi, ognuno con la propria cappella. Il tentativo fallì e i Sangiovannari ripresero la strada del Patro.
I lavori furono iniziati nel 1739 e continuarono fino al 1775, mentre la cupola fu iniziata verso il 1810 per essere terminata nel 1820. Ancora più tardi, nel 1890, fu eseguita ed installata la magnifica cancellata che cinge la scalinata.
Il duomoIl superbo ed ambizioso progetto del Gagliardi conferisce una scenografia particolare alla piazza tutta : l'asse prospettico dell'edificio, deviato rispetto alla piazza stessa, forse voluto per rivolgere il prospetto al sorgere del sole, permette di ammirare la maestosa cupola e la grande e alta scalinata contribuisce ad accrescere l'effetto ascensionale del prospetto centrale che fa del tempio un capolavoro dell'architettura di tutti i tempi. La Chiesa sorge su un progetto a pianta basilicale, a tre navate, divise da robusti ma eleganti pilastri di calcare duro, con zoccolatura in pietra pece ; la navata maggiore, coperta da una volte a botte lunettata, è illuminata da ampie finestre modanate con timpani ad arco ribassato. Le due navate laterali comprendono una serie di Cappelle con copertura a cupola.

La facciata, a tre ordini, con partito centrale leggermente convesso, con volute spiraliformi che collegano i vari ordini, termina con l'originale inserimento della torre campanaria al terzo ordine, sovrastata dalla cuspide con forma a bulbo. Forte plasticità è data dall'inserimento di colonne libere nei vari ordini.
La statua di San GiorgioIl primo ordine presenta dieci robuste colonne corinzie su solidi piedistalli, con un portale centrale e due laterali ; il portone centrale è finemente scolpito con sei altorilievi, del palermitano Vincenzo Fiorelli, raffiguranti scene del Martirio di San Giorgio, ed è abbellito da sculture sulla cornice del portale.
Il secondo ordine presenta un finestrone ornato da una cornice con intagli impreziosito da una vetrata colorata raffigurante San Giorgio nell'atto di uccidere il drago ; sei colonne corinzie sono sovrapposte alle sei interne del primo ordine ; ai lati, su due artistiche volute, le statue equestri di San Giorgio e di San Giacomo Apostolo.
Il terzo ordine offre alla vista la cella campanaria con balaustra, quattro colonnine corinzie e due statue sulle volute laterali, di San Pietro e San Paolo. Un orologio con la campana per i rintocchi, quello della vecchia Chiesa della Maddalena, due artistici vasi e la cuspide coronata da un globo e da una croce aerea completano la facciata.
All'esterno troneggia la magnifica scalinata recintata dalla mirabile alta ringhiera in ferro, capolavoro questo dell'acese Angelo Paradiso che la realizzò nel 1890.
Cupola del duomo e mensoloni di Palazzo la Rocca.La neoclassica cupola, alta 43 metri, fu portata a termine nel 1820 dal capomastro muratore Carmelo Cutraro, che la realizzò sulla base di una incisione che raffigurava la cupola del Pantheon di Parigi : è un capolavoro non solo per i problemi di staticità che si dovettero superare ma piuttosto per la solidità unita all'eleganza e alle linee svelte che ne fanno un modello di architettura. Poggia su una serie di sedici colonne binate, cilindriche, leggere con raffinatissimi capitelli corinzi. Sulla cupola più grande sorgono altre colonne più piccole che sostengono una cupoletta più piccola. La cupola, come accennato, può essere ammirata, in tutta la sua armonia e bellezza, più da vicino, meglio se nelle ore serali quando è artisticamente illuminata, dalla Piazza dell'ex distretto militare, fra l'altro in un suggestivo e pittoresco scorcio dove la stessa cupola si erge imponente dai tetti delle case circostanti.
L'interno della Chiesa, a croce latina, a tre navate, separate da due file di robuste colonne, cinque per ogni lato, offre non pochi capolavori oltre alle stupende decorazioni e agli addobbi sontuosi.
In alto, le finestre della navata centrale sono chiuse da vetri colorati, artisticamente istoriati : in tutta la Chiesa ve ne sono ben 33, raffiguranti 13 episodi del Martirio di San Giorgio, 6 figure di Santi, 14 simboli vari, realizzati su disegni di Amalia Panigatti nel 1926. Propongono le fasi del martirio di San Giorgio quelle della navata centrale : sotto Diocleziano, all'inizio del IV secolo, iniziò l'ennesima persecuzione contro i Cristiani, perchè l'Imperatore, di ritorno dalle sconfitte in Tracia, aveva attribuito queste al malvolere degli Dei, per la presenza di Cristiani nella sua corte e nel suo esercito ; emanò, quindi, un editto che autorizzava il luogotenente Galerio a fare strage dei Cristiani, fra i quali il Tribuno Giorgio.
Nella prima vetrata è raffigurato Giorgio di Cappadocia al cospetto dell'Imperatore, mentre strappa l'editto
nella seconda Giorgio, consapevole della fine, distribuisce i suoi averi ai poveri nella terza, convocato da Diocleziano per rendere conto del suo operato, gli mostra la Croce nella quarta Giorgio legato ad una colonna viene frustato mentre un soldato guarda, ammirato, la serenità del suo volto nella quinta il Santo è legato alla ruota mentre un angelo scende con la palma del martirio nella sesta viene trascinato alla fornace mentre un soldato lo ferisce alle spalle con un pugnale nella settima viene raffigurato il martire, calzato con scarpe roventi, mentre viene condotto in carcere.
Nell'ottava viene raffigurato mentre subisce il supplizio delle tenaglie nella nona Gesù compare al Santo in una luce brillante nella decima San Giorgio, con un gesto, abbatte i falsi idoli e si vede una statua di Apollo che si frantuma nella undicesima viene raffigurato il corpo decollato di San Giorgio mentre il boia tiene in mano il capo del Santo che ha espressione serena e bella nella dodicesima vetrata vengono raffigurati alcuni Cristiani che rapiscono il corpo del Santo nella tredicesima la tradizionale figura del Santo, mentre colpisce il drago.
Percorrendo la navata sinistra, nella prima Cappella si può ammirare un quadro raffigurante Santa Maria Maddalena dei Pazzi, nella seconda una tela recente della Madonna del Rosario, con una preziosa cornice del 1600 ; nella nicchia soprastante l'ingresso laterale della Chiesa si conserva l'ArcaL'arca santa Santa, un'urna reliquario che viene portata in processione durante i festeggiamenti in onore del Santo, prezioso capolavoro in argento del '700. Nella terza Cappella vi è un quadro raffigurante l'Angelo Custode, opera del 1763 di Vito D'Anna, nella quarta un quadro di Santa Gaudenzia, opera di Antonio Manno ; di fronte, dietro l'organo un quadro di San Giorgio appiedato, del 1787, opera di Giuseppe Tresca.
Nel transetto di sinistra un quadro raffigurante San Giorgio a cavallo, nell'atto di uccidere il drago, opera di Dario Guerci nel 1866, sopra la porta della Sagrestia un Cristo alla colonna del Manno, di fronte ad essa la tomba modesta del Conte Bernardo Cabrera, le cui spoglie furono trasferite dalla vecchia Chiesa, unitamente allo stemma e ad una lapide che ricorda colui che fu Conte di Ragusa dal 1392 al 1419. Nell'abside di sinistra, o Cappella del Crocefisso, un prezioso Crocefisso del seicento
Nell'abside centrale un altare in marmo e sulle pareti laterali gli stalli per il coro, finemente intagliati. Davanti all'altare maggiore, rivolgendo lo sguardo all'insù, è possibile ammirare lo stupendo spettacolo offerto dalla maestosa ed imponente cupola. Sulla destra si può ammirare l'organo, rarissimo strumento del 1881, opera dei fratelli Serassi di Bergamo, dotato di 97 registri e di 4000 canne.
Nell'abside di destra, o Cappella del Sacramento, si ammirano un altare in marmo e il tronetto per l'esposizione del Santissimo, pregevole lavoro in argento a sbalzo, opera del palermitano Vella nel 1747 ; due altorilievi alle pareti, raffiguranti Gesù con l'adultera, a destra, e Gesù con i bambini a sinistra.
Nel transetto di destra un quadro di San Nicola, opera di Vito D'Anna.
Nella navata destra, si può ammirare un quadro del 1864, il Riposo in Egitto, di Dario Guerci, nella quarta Cappella ; nella terza un quadro di Maria Immacolata, di Vito D'Anna, nella nicchia sopra l'ingresso laterale viene riposta la Statua lignea del Santo che viene portata in Processione, opera del palermitano Bagnasco, che rappresenta San Giorgio nell'atto di uccidere il drago ; nella seconda Cappella un quadro di San Basilio, nella prima un quadro di San Vito.
Nella sacrestia, riccamente arredata con armadi in legno, finemente decorati, troneggia una decorazione di tribuna composta da tre statue, in pietra indigena, raffiguranti San Giorgio a cavallo, affiancato da Sant'Ippolito e da San Mercurio, poggianti su una base con alcuni bassorilievi raffiguranti episodi della vita di San Giorgio e i dodici Apostoli. Originariamente si componeva di 5 nicchie con altrettante statue : le nicchie sono abbellite da sei colonne corinzie elegantemente scolpite. Il tutto, datato 1574, si trovava nella vecchia Chiesa di San Giorgio e viene attribuito a qualche discepolo del famoso scultore palermitano Gagini.
La Chiesa conserva tanti altri capolavori : uno di questi è il grandissimo telerio che viene utilizzato per chiudere l'abside destra durante la Quaresima ; opera dei calatini Francesco e Giuseppe Vaccaro, rappresenta la Crocifissione con innumerevoli personaggi a piedi e a cavallo. Ancora vengono conservati preziosi reliquari, in oro e in argento, calici finemente lavorati, mazze capitolari, preziosi paramenti sacri, oltre ai busti in argento di Santa Gaudenzia e di San Giorgio, che costituiscono tutti il cosiddetto 'tesoro di San Giorgio'.
Tratto da:  http://www.ragusaturismo.it/ragusa/sangiorgio.htm
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