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Il Commissario Montalbano davanti a 'La Piramide di Fango' La Sicilia di Montalbano

La Sicilia di Montalbano
Alla scoperta delle location viste nella
serie Il Commissario Montalbano
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Il Commissario Montalbano davanti a 'La Piramide di Fango'

Il Commissario Montalbano davanti a  'La Piramide di Fango'



Oggi, lunedì 26 marzo 2018, su Rai 1 andrà in onda in prima serata una replica della fortunata fiction “Il Commissario Montalbano”. Salvo Montalbano è il commissario di Vigata, immaginario paesino siciliano, inventato dallo scrittore e sceneggiatore Andrea Camilleri e interpretato sul piccolo schermo da Luca Zingaretti. L'episodio di questa sera si intitola “La piramide di fango”.
Si tratta del secondo episodio della decima sere e in prima visione è stato trasmesso, sempre su Rai 1, il 7 marzo del 2016. In questo episodio recitano, accanto a Luca Zingaretti, Cesare Bocci (Mimì Augello) e Peppino Mazzotta (Giuseppe Fazio) che fanno parte del cast fisso. Compaiono invece per questa specifica puntata Teresa Mannino, che veste i panni della giornalista Lucia Gambardella, e Yuliya Mayarchuk (Inge Schneider). La regia è di Alberto Sironi, che ha diretto tutti gli episodi della serie. La sceneggiatura è stata scritta con la collaborazione dello stesso Andrea Camilleri.
È notte fonda e piove a dirotto. Un uomo, in mutande e canottiera, gravemente ferito, sanguinante, corre disperatamente su una bicicletta, fino a entrare in un cantiere che ormai è tutto un pantano. Con le ultime forze che gli restano, va a infilarsi in una grossa tubatura della condotta idrica in costruzione. È là che viene trovato cadavere, la mattina seguente. È stato ucciso con un colpo di arma da fuoco. Montalbano capisce che quell’uomo deve essere stato sorpreso nella notte, mentre dormiva; l’assassino gli ha sparato, lui ha cercato di fuggire con la bicicletta, si è nascosto in quella tubatura, ma la ferita era troppo grave ed è morto.
Quindi doveva vivere nelle vicinanze del cantiere. Il commissario riesce dunque a trovare la sua abitazione e a identificarlo: si tratta del trentacinquenne Gerlando Nicotra, contabile della stessa impresa edile di quel cantiere dove è morto; viveva con la bellissima moglie tedesca, Inge. È un caso assai complesso, e strano, il commissario se ne rende subito conto: tanto per cominciare di Inge non c’è più nessuna traccia, sparita. Inoltre Gerlando e Inge non vivevano soli, come tutti credevano: nell’abitazione ci sono tracce di una terza persona, che stava là con loro, un uomo che nessuno conosce, probabilmente anziano. E nella casa vi erano anche delle pistole, sia nella camera dei Nicotra, sia in quella del misterioso ospite.

Cosa assai sorprendente è che di questo “terzo uomo” non vi è alcuna impronta, indossava giorno e notte un paio di guanti di filo, e quindi è chiaro che si tratta di una persona schedata che non voleva farsi identificare. Si potrebbe pensare a un latitante, ma Montalbano non è affatto convinto di quest’ipotesi. Anche perché il caso Nicotra s’intreccia ben presto col tentato omicidio subìto da Saverio Piscopo, un muratore che aveva cominciato a parlare con la giornalista Lucia Gambardella delle irregolarità commesse dall’impresa presso cui lavorava. La Gambardella è una cronista coraggiosa e combattiva e da tempo lavora a un’inchiesta sugli appalti truccati a Vigata. L’edilizia è spesso il terreno fertile per accordi segreti fra politica e criminalità, ma il commissario capisce al volo che la donna ha messo le mani in qualcosa di molto, molto pericoloso e cerca in ogni modo di suggerirle cautela e di proteggerla.
Si rende anche conto che, chi ha tentato di fare fuori Piscopo, ci proverà ancora e miracolosamente riesce a salvare il muratore da un nuovo attentato. Ormai è più che sicuro: la morte di Nicotra e i tentativi di uccidere Piscopo hanno a che fare con un enorme giro di corruzione e malaffare riguardante varie imprese edili della provincia. E certo, c’entra anche la mafia. Difatti varie forze cominciano a muoversi per costruire un colossale depistaggio, con il quale si vuole fare credere in ogni modo che la morte di Gerlando non sia stata altro che una storia di corna: Nicotra avrebbe trovato la moglie con un amante, avrebbe quindi tentato di ucciderlo, ma l’amante, durante la colluttazione avrebbe sparato a Gerlando
Montalbano, però, riuscirà a non cadere nei vari tranelli che gli vengono messi davanti, a smascherare falsi testimoni, false prove, false confessioni, e, con acume e coraggio, troverà il modo di penetrare all’interno di quella “piramide di fango” che pareva inespugnabile - un fango fatto di sangue, corruzione e malaffare - e ad arrivare finalmente al vertice, facendo così crollare una volta per tutte questa vasta e ingegnosa organizzazione criminale.
© 2016 La Sicilia di Montalbano realizzata da Ferretti Pietro
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