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La storia e la tradizione della festa della Madonna di Gulfi La Sicilia di Montalbano

La Sicilia di Montalbano
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La storia e la tradizione della festa della Madonna di Gulfi

La storia e la tradizione della festa della Madonna di Gulfi a poche ore dalla salita



Poche ora ci separano dalla festa più attesa da tutti noi chiaramontani, dall’incontro tanto sentito con la Nostra Madre di Gulfi. Vogliamo rendere più liete queste ore di attesa ripercorrendo insieme a voi la storia della tradizione di questa rinomata festa.

Alle 10 del mattino della prima domenica dopo Pasqua, la domenica detta “in Albis”, le campane del Santuario di Gulfi suonano a festa.
Un colpo di mortaio a salve, saluta l’uscita della Madonna di Gulfi, sulle spalle di un centinaio di giovani portatori, che con tratto sospinto, a tratti anche di corsa , percorreranno i 4 km che li separano dalla Chiesa Madre di Chiaramonte, dove si festeggia questo particolare novenario.

Al “baiardo”, cioè le travi in legno che reggono il fercolo della Madonna, sono legate due funi tirate da decine e decine di giovani e bambini che aiutano i portatori ad affrontare la salita !
Il pellegrinaggio è molto faticoso ed è continuamente accompagnato dal grido “E ciamammula tutti: w Maria” e da lacrime di commozione dei fedeli. Leggenda, che si intreccia in parte con la storia, vuole che nel periodo iconoclastico, la statua fu salvata dalla furia distruttrice ottomana, e nascosta in una cassa di legno abbandonata alle onde.


Il mare sbarcò il relitto sulla spiaggia di Gela, ma nell’incertezza di tutti gli abitanti del luogo si decise di erigere n santuario dove il carro, che trasportava il prezioso ritrovamento, trainato da buoi bianchi avesse arrestato la sua marcia. Il carro invero si fermò ben lontano da Gela ed esattamente sulla pianura di Gulfi, antico villaggio, sito ai piedi della collina dove stava sorgendo Chiaramonte.

Con dispetto i gelesi accettarono la volontà del caso, ponendo però una condizione agli abitanti del luogo: “ Venererete una volta l’anno la Madonna portandola a spalle fino in paese entro e non oltre un ‘ora! In difetto riporteremo indietro la statua ed erigeremo presso la nostra città un Santuario!”.
Questa è la leggenda, ed in parte la storia , ed il motivo perché si corre , perché c’è frenesia e perché bisogna arrivare prima che le campane suonino il rintocco delle 11.

Ogni anno, da oltre 4 secoli , la Vergine raggiunge la piazza e quindi la Chiesa Madre, qualche minuto prima delle 11. Qui il fercolo viene fatto entrare ed uscire dalla chiesa più volte fino a quando viene riposto al centro del presbiterio. Alle 14.30 si svolgerà una seconda processione detta “u Cuncursu”, meno concitata, con cui si fa il giro delle vie principali del paese con sosta presso la chiesa del SS Salvatore e rientro in Chiesa Madre .




La statua della Madonna sarà così sistemata presso l’altare centrale e inizia il novenario, ovvero nove sere di liturgia e preghiera, ciascuna organizzata e patrocinata da una categoria professionale diversa. Dopo nove giorni, il mercoledì successivo, una nuova processione detta “a Calata” accompagna nuovamente la statua presso il Santuario di Gulfi.

Il 29 aprile del 1973 il pellegrinaggio della Madonna di Gulfi si è macchiato di un incidente , non finito in tragedia grazie alla mano protettiva della Beata Vergine che ha salvato i suoi devoti figli.
Durante la salita infatti, a causa di un auto incautamente posteggiata sul ciglio della strada e che ha intralciato il cammino dei portatori, la statua si inclina fino a toccare il suolo e accade quello che mai i devoti avrebbero voluto vedere: la testa di Gesù era stata decapitata.


Tantissimo sgomento e dolore negli occhi di tutti, molti scoppiano in lacrime ma nel dolore ci si rende anche conto del miracolo: sono pochissimi i portatori leggermente feriti.
Così fedeli e portatori , col cuore pieno di dolore. riprendono la corsa verso Chiaramonte, padre Curatolo portava tra le mani in processione la testa del Bambin Gesù che fu poi consegnata all’arrivo al parroco .
Il novenario si svolse regolarmente anche se quella ferita è ancora viva nel cuore dei Chiaramontani e ogni anno, nei pressi del punto della caduta , dove fu poi istituita una piccola cappella votiva, la corsa dei portatori rallenta in memoria di quei momenti.
I lavori di restauro della statua si conclusero il 24 giugno del 1973 e la statua di Maria SS di Gulfi ritornò a splendere e a donare emozioni e conforto agli occhi dei fedeli.


fonte: http://www.giornaleibleo.it/
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