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Luca Zingaretti: 'Mi piacerebbe somigliare a Montalbano' La Sicilia di Montalbano

La Sicilia di Montalbano
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serie Il Commissario Montalbano
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Luca Zingaretti: 'Mi piacerebbe somigliare a Montalbano'

Rprendiamo un'intervista rilasciata al quotidiano la Repubblica durante la presentazione degli ultimi episodi inediti andati in onda ad inizio anno:

"Adesso è facile celebrare un uomo famoso in tutto il mondo” racconta Luca Zingaretti “Io sono stato allievo di Andrea Camilleri, insegnava un modo di stare al mondo. Quando l’ho conosciuto non aveva scritto un rigo. Poi ho trovato un suo libro in una libreria e l’ho comprato. L'ho letto e sono rimasto fulminato. Volevo comprare i diritti ma non avevo una lira. Ero giovane e sconosciuto. Quando ho saputo che Carlo Degli Esposti aveva comprato i diritti, gli chiesi di fare il provino per Montalbano. Quando l’ho vinto, ho chiamato Andrea”.
Per Zingaretti "Montalbano ha ispirato tanti autori e registi. Un prodotto che arriva dalla letteratura ha una marcia in più. Quando ho cominciato a interpretarlo" racconta l'attore "aveva 50 anni e io 36. Oggi ne ho 55. Da un punto di vista drammaturgico, non si è fatto finta di avere sempre 36 anni. Il commissario è un uomo libero, un uomo di legge con un lato anarchico: mi piacerebbe assomigliargli. E' un simbolo dell'italianità ma ha conquistato il mondo, mi è capitato di vedermi doppiato in altre lingue. Fa un po' impressione… Nei paesi dove Montalbano non è stato doppiato, c'è stato un successo più grande. Camilleri ha costruito un personaggio che caccia via dal suo letto donne meravigliose. Quale attore non avrebbe il piacere di interpretarlo?".
Diciotto anni insieme, la squadra storica di Montalbano è formata da Peppino Mazzotta (Fazio) e Cesare Bocci (Mimì Augello): "Siamo praticamente parenti" dicono ridendo. Mentre Sonia Bergamasco, la paziente Livia, eterna fidanzata, ha rinunciato a pensare ai fiori d’arancio: "Uno come Montalbano non lo cambi, ma ha una grande dote, senza tempo: la gentilezza. E in fondo anche a lei sta bene questo rapporto a distanza”.
Per Zingaretti “Montalbano è un classico. Se ancora oggi andiamo a vedere Shakespeare in teatro è perché ci regala emozioni. Abbiamo formato una squadra eccezionale, lavoriamo tutti a testa bassa. Parliamo al cuore della gente che ha voluto ascoltarci. Mi piace cambiare personaggio - lo faccio al cinema, a teatro, anche in tv - ma ho  il privilegio di poterne seguire uno per 18 anni".
"Camilleri è il più grande scrittore italiano", dice il produttore Carlo Degli Esposti "capace di raccontare il nostro mondo, noi stessi. Ha una potenza tale da permettere di tenere una squadra unita per 20 anni, che è diventata una famiglia. Nessuno si è montato la testa. E' stata una bellissima costruzione di un gruppo, in un'Italia che andava in senso contrario. Questo per me vale una vita".
"Montalbano dopo diciotto anni rimane il più grande evento della tv italiana" aggiunge il direttore di RaiFiction Tinny Andreatta. "Siamo arrivati a 30 film. L'ultima serie aveva raggiunto risultati straordinari, nell'ultima edizione abbiamo raggiunto il 40% di share e più di 11 milioni di spettatori. Ha successo perché parla di un'umanità universale ma ancorata in un contesto fortemente locale. Questi due racconti scendono nell’inferno dell’animo umano, raccontano le ombre. D’altronde Montalbano è al tempo stesso è una grande tragedia e commedia umana. Per questo non si ripete mai.
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