Il Commissario Montalbano, più che una fiction una “collection d’autore”
Ci risiamo. Siamo in quel periodo dell’anno in cui in Rai si festeggia per il record di ascolti di una delle sue produzioni di maggiore successo. No, non stiamo parlando di Sanremo (sebbene il confine temporale sia quello), ma del Commissario Montalbano.
Ormai must-see television, televisione da non perdersi, ma anche un evento che è ancora più tale in quanto non una partita di calcio o, appunto, un Festival. Montalbano è fiction, racconto, che richiede una scrittura attenta ed un’interpretazione ancora più dettagliata per riuscire a conquistare un pubblico sempre più esigente in questo settore.
Certo, la fonte letteraria di Andrea Camilleri, presente in ogni singolo film-tv -si tratti di una sceneggiatura tratta da un romanzo o da più racconti uniti insieme- c’è e si sente. Si sente la sua Sicilia, la sua Vigata, il dialetto siciliano che, contro ogni previsione, è diventato ormai comprensibile anche per sommi capi a chi risiede al Nord. Camilleri c’è, ma c’è anche Luca Zingaretti, Palomar ed il regista Alberto Sironi.
E se Il Commissario Montalbano, dopo ben 32 film (gli ultimi due sono quelli che devono andare in onda) e 18 anni di indagini è ancora fresco ed accattivante per gli ormai oltre 10 milioni di telespettatori che lo seguono, il motivo sta nell’aver creato un genere in Italia quasi inedito, la collection di film-tv. E’ vero, è una fiction, o serie tv, e quindi la trama orizzontale ogni tanto fa capolino, ma ogni episodio di Montalbano è fruibile a sé stante, senza aver visto la puntata precedente o senza dover aspettare quella successiva per vedere risolto un cliffhanger. Come i libri di Camilleri, che si possono prendere dalla propria libreria e rileggere in ordine sparso, anche la versione catodica delle sue storie può essere consumata a piacere del pubblico, creando, appunto, una collezione di film-tv e non semplicemente delle stagioni.
Che sia letterario o televisivo, Montalbano è immortale grazie a questo suo formato semi-antologico: i protagonisti sono gli stessi (e creano fidelizzazione) le storie diverse (e suscitano ogni volta l’effetto novità). Lo scaffale si riempie di racconti e di film, ed il collezionista gode nel poter avere a sua disposizione una scelta che diversamente non troverebbe altrove.
In fin dei conti, è questo il segreto delle repliche che continuano a sbancare l’Auditel (e che saranno proposte anche dopo le prime tv di questo mese): Montalbano prende i pregi dell’essere libro e dell’essere fiction e li fa un tutt’uno. Lo scaffale si riempie di titoli, e la collezione aumenta il proprio potere di attrazione.
Seppure ben diverso dalla sua versione letteraria, Luca Zingaretti da subito è riuscito a conquistare il pubblico con la sua interpretazione di Salvo Montalbano. Una versione decisamente più generalista, accattivante, capace di strizzare l’occhio alle telespettatrici ma anche di offrire un personaggio che prima di essere investigatore è uomo, con i difetti ed i dubbi che l’età che avanza porta con sé.
Già, l’età. Perché dopo tanti anni di Montalbano, ed un successo che gli ha regalato una popolarità fuori dal comune, Zingaretti potrebbe tranquillamente dire “Grazie, è stato bello”, salutare e chiudere baracca. Eppure, ogni anno lo ritroviamo con la barba incolta e gli occhiali da sole in Sicilia.
Saremmo ingiusti, però, a non citare anche il resto del cast: Cesare Bocci, Peppino Mazzotta, Angelo Russo, Roberto Nobile e, dall’anno scorso, Sonia Bergamasco. I primi, soprattutto, grazie a Montalbano si sono costruiti una carriera che li ha portati ad essere protagonisti, a loro volta, di altri progetti di successo.
Tratto da : https://www.altrospettacolo.it/montalbano-nuovi-episodi-2018/