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Scicli - La Storia La Sicilia di Montalbano

La Sicilia di Montalbano
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Scicli - La Storia

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Scicli - La Storia

Cenni Storici sulla Citta di Scicli per conoscere di più il suo patrimonio artistico.
L'origine della città di Scicli si può far risalire al periodo III Siculo (che comprende gli anni dal 1500 a.c. all'800 a.c.).
Probabilmente prese il nome dai suoi fondatori, i Siculi, nome poi riportato dagli Arabi in Shiklah.
Diverse spiegazioni sono state avanzate a questo riguardo, ma la spiegazione più attendibile è da riferire al fatto che nel suo territorio, e in particolare sul colle di San Matteo, dove per secoli abitavarono gli sciclitani, avessero preso istanza i Siculi.
La città antica, infatti, sorgeva sulla collina di San Matteo e di ciò fanno fede grotte e sepolcri presso la zona detta di Chiafura (di cui si occupò negli anni '50 Pierpaolo Pasolini), e le rovine del Castello dei Tre Cantoni.
Oggi la città si estende tra tre cave ("valloni", le ha chiamate Elio Vittorini ne Le Città del Mondo, in direzione del Mare Nostrum (Canale di Sicilia), su una larga pianura delimitata tutt'intorno da colline.
La città fu colonizzata dai Greci e dai Romani.
Dopo la caduta dell'Impero Romano d'Occidente fu soggetta ad invasioni barbariche e gli Arabi divennero padroni di Scicli (come di tutta la Sicilia, del resto). In particolare Scicli cadde sotto il dominio musulmano nell'anno 864.
Così, nella prima metà del XII sec., il geografo arabo Al-Idrîsi descriveva Scicli nel Kitâb nuzhatu-l mushtâq ecc. (Libro per il sollazzo di chi si diletta a girare il mondo), più noto come Libro di Re Ruggero:
"La rocca di Shiklah posta in alto sopra un monte, è delle più nobili, e la sua pianura delle più ubertose. Dista dal mare tre miglia circa. Il paese prospera moltissimo: popolato, industre, circondato da una campagna abitata provvisto di mercati...
Presso Shiklah è ancora una fonte chiamata 'Aynu-l Awqât(Donnalucata) [cioè "fonte delle orazioni", ndr], così' detta perché l'acqua non vi sgorga se non durante le ore della preghiera".
A causa delle inimicizie tra le fazioni dei Saraceni e per la crescente potenza militare, i Normanni di Ruggero e Costanza d'Altavilla ebbero la meglio su questi ultimi e Ruggero d'Altavilla nel 1061 iniziò la riconquista della Sicilia in nome di Santa Romana Chiesa.
Si fa risalire al 1091 la vittoria dei Normanni sui Saraceni e la liberazione di Scicli.
Si narra, a tal proposito, della miracolosa discesa della Madonna a Cavallo, detta pertanto a Scicli Madonna delle Milizie o dei Milici, che avrebbe confuso e sbaragliato i Saraceni.
I Normanni introdussero anche a Scicli, come in tutta la Sicilia, il sistema feudale.
Ai Normanni subentrarono poi gli Svevi e il grande e illuminato re Federico II confermò a Scicli il privilegio di Città Demaniale, che le era già stato assegnato già dal Conte Ruggero d'Altavilla.
Fu confermato anche il motto araldico
Urbs Inclita et Victoriosa.
Successivamente anche Scicli cadde sotto la dominazione degli Angioini e in essa si svolsero moti antifrancesi dopo il famoso episodio dei Vespri Siciliani.
Sotto gli Aragonesi nacque la Contea di Modica e Scicli fece parte di questo possedimento. Il primo Conte di Modica fu Federico Mosca. In seguito la Contea passò ai Cabrera di cui una figlia sposò Federico Enriquez nel 1640 ed insieme fondarono a Scicli due Conventi dell'Ordine dei Francescani: Santa Maria del Gesù (distrutto poi dall'esiziale terremoto del 1693) e Santa Maria della Croce sull'omonima collina.
Operavano in quegli anni nobili illuminati e generosi, come Giuseppe Micciché, che dopo la morte prematura del figlio Vincenzo donò parte dei suoi averi per la costruzione del Convento dei Cappuccini (dove poi sorse Villa Penna) e del Collegio dei Gesuiti (attuale Chiesa Madre di Sant'Ignazio), e Pietro di Lorenzo Busacca, benefattore molto amato, cui furono dedicate una piazza e la marcia che si può considerare "l'Inno di Scicli", nonché in epoca recente anche l'Ospedale di Scicli.


La peste del 1626, l'invasione delle cavallette nel 1687 e il terremoto del 1693 indussero gli sciclitani a trasferirsi verso valle, abbandonando il Colle di San Matteo (vecchia Chiesa Matrice) e le altre colline abitate.
Nel 1713 la Sicilia venne assegnata a Vittorio Amedeo di Savoia, ma la Contea di Modica (e quindi anche Scicli) restò sotto il dominio del Re di Spagna e gli Spagnoli segnarano profondamente la mentalità e la cultura (nonché la lingua) siciliana e sciclitana.
Dopo il Trattato di Vienna, nel 1815, Scicli fu retta dal Decurionato, ovvero da dieci membri e dal capo del Comune.
Anche Scicli fu percorsa da moti risorgimentali e nel 1860 fu proclamata dai Garibaldini l'annessione della città al Piemonte e Garibaldi fu nominato "dittatore supremo" in nome dei Sovrani di Casa Savoia.
Dopo le due guerre mondiali, Scicli cominciò lentamente ad assumere l'aspetto attuale.
In particolare gli anni '60 videro un notevole sviluppo economico dovuto principalmente all'introduzione della serricultura.
Un luogo caratteristico che rimane dell'antica Scicli è la collina di Chiafura  che conserva ancora oggi quelle che furono le abitazioni rupestri degli sciclitani di un tempo (le grotte). Pier Paolo Pasolini visitò Chiafura negli anni cinquanta ed ebbe a dire: "Visto così, da lontano, e dall'alto, Scicli era quello che si dice la Sicilia".
Fonte: http://www.scicli.com/
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